Abbanoa citata in Giudizio da un avvocato Gallurese.

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Chiesti €. 50.000,00 di danni esistenziali per una famiglia di Budoni.

Da molti anni in Sardegna il servizio idrico è gestito dalla società pubblica Abbanoa; società in grossa difficoltà economica e funzionale oltre ad essere malamente gestita.

Seppur i parametri di legge definiscano l’acqua erogata dall’ente come “potabile”, quella che viene erogata ai cittadini Sardi non può essere utilizzata per uso alimentare, e talvolta neppure per l’igiene personale; questo è un danno enorme per tutta la collettività e per la salute pubblica.

Ma questi fatti oggettivi vanno spesso a generare situazioni paradossali e molto critiche: bollette sempre più care per un’acqua non degna di chiamarsi potabile, a queste si vanno a sommare le famosissime “bollette pazze”, grazie alle quali il cittadino, anziché essere tutelato, va a trovarsi nelle condizioni di doversi rivolgere ad un legale per tutelare sè stesso dalle intimidazioni da parte di quest’ente oramai impazzito, come le sue stesse bollette.

E a tal riguardo anche una famiglia di Budoni (l’ennesima) si è vista costretta a rivolgersi ad uno studio legale.

Infatti, la società Abbanoa chiedeva alla famiglia gallurese un conguaglio di euro 7.000 per gli anni che andavano dal 2006 al 2011, nonostante la famiglia, (composta da due invalidi al 100%), aveva sempre pagato tutte le bollette relative a quegli anni; non comprendendo perché fosse dovuto tale conguaglio, decisero dapprima di contattare la società telefonicamente ma senza successo; non riuscendo ad ottenere un incontro con un loro delegato, pensarono bene di inviare una prima lettera in cui si spiegava tutta la situazione nel dettaglio alla quale fecero seguito delle altre missive.

Preso atto che la società Abbanoa non aveva nessuna intenzione di dare spiegazioni, si decisero a riporre le loro ultime speranze nelle mani dell’avv. Giuseppe Durgoni, budonese con studio legale a Olbia, che dopo aver studiato per mesi la situazione venne a scoprire che il contatore al quale si riferiva il conguaglio era stato sostituito, per altro senza nessuna spiegazione e senza che gli utenti fossero avvisati.

L'avvocato Durgoni inoltre, decise di eseguire un controllo del consumo della famiglia da lui rappresentata, e valutato sul nuovo contatore anche il consumo medio di una famiglia di due persone, (come quella dei suoi clienti), si rese conto che il contatore doveva avere dei problemi e congiuntamente ai suoi clienti decise d’intentare causa contro Abbanoa.

Il Giudice dott.ssa Maria Cristina Lapi del Tribunale di Nuoro, accolte tali istanze, affidò al C.T.U. (Consulenza Tecnica d’Ufficio), il compito di stabilire eventuali anomalie; quest’ultimo, forte di tale delega, inviò il contatore precedentemente sequestrato ad un centro specializzato di Asti; e dopo un controllo dettagliato, i tecnici stabilirono in maniera ufficiale che il contatore era difettoso.

Il C.T.U presa visione degli atti prodotti dalle parti, concordi sui reciproci vantaggi derivati da una conciliazione extra giudiziaria e tenendo conto delle richieste delle parti e di quanto emerso in fase di espletamento della C.T.U studiata secondo criteri di equilibrio e imparzialità, ha avviato un procedimento di conciliazione tra la famiglia lesa e la società Abbanoa spa, in quanto, l'avvocato Durgoni chiese in prima istanza un risarcimento pari a €. 50.000,00 per danno esistenziale arrecato alla famiglia budonese, (poiché la stessa fu lasciata senza acqua potabile per 950 giorni), e la controparte che invece, propose una cifra pari a €.0,00, il C.T.U. valutata la situazione ha redato una proposta nella quale si chiedeva ad Abbanoa un risarcimento pari a €. 33.000,00 circa per porre fine alla controversia.

l’incontro per la risoluzione del caso è previsto per il giorno 5 aprile 2017.

Se la società Abbanoa non dovesse accettare la transazione, sarà lo stesso Giudice del Tribunale di Nuoro a decidere l’ammontare del risarcimento partendo dal presupposto che l'avvocato Giuseppe Durgoni chiese a suo tempo un risarcimento “esemplare” di ben 50.000,00 euro per danni esistenziali a persone invalide.

Vedremo il 05 aprile 2017 se Abbanoa si arrenderà ai punti, (pagando €. 33.000,00) dinnanzi al giovane avvocato gallurese, oppure se vorrà andare avanti e rischiare il K.O. di fronte al Giudice e magari pagare l’intero importo (pari a €. 50.000).

Comunque vada, Abbanoa dovrà risarcire la famiglia offesa, ma tante altre si trovano nella medesima condizione, se non peggiore; è bene, di conseguenza, che l’utente che ritenere di essere dalla parte della ragione, non si pieghi difronte ad una società così ostile, che non fa altro che vessare continuamente il cittadino; l’unica soluzione, seppur assurda nella concezione di un sistema di garanzia del cittadino, è quella di rivolgersi ad un legale preparato in materia, intentando causa ad Abbanoa, singolarmente o in forma associata (class action).

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Il diritto all'acqua risulta quale estensione del diritto alla vita affermato nella Dichiarazione universale dei diritti umani. Esso riflette l'imprescindibilità di questa risorsa relativamente alla vita umana, è bene di conseguenza far valere tale diritto anche in sedi Giudiziarie.

Lu Bandiadori.