Budoni: INTITOLAZIONE BIBLIOTECA COMUNALE “LIBERATO CERIALE”.

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Nel consiglio comunale del luglio 2015 al primo punto all'ordine del giorno ci fu, una comunicazione del Sindaco riguardante la prematura mancanza del prof. Liberato Ceriale, che riporto testualmente:

 

Sindaco: “Purtroppo vi devo informare di una cosa che è la vita, pochissimo tempo fa è venuto a mancare un amico, a Budoni, che è Liberato Ceriale.

Per il ruolo che ha avuto nella nostra comunità, un ruolo all'interno dello stesso Consiglio Comunale negli anni passati, …abbiamo fatto un'esperienza insieme non solo con me, ma con qualcun altro che è qui presente, e volevamo ricordarlo.

Volevamo ricordarlo perché è stato un uomo che si è distinto per la sua signorilità, e soprattutto per la sua grande capacità di aver seminato cultura in questa nostra comunità.

Ed era doveroso da parte mia e della maggioranza, ma faccio questo Passaggio, in nome di tutto il Consiglio Comunale, ricordarlo in questa assise.

Vi posso anche dire che è volontà della maggioranza, con un atto di Giunta, quello di intitolargli, l'elemento culturale più importante che noi abbiamo quale è la Biblioteca comunale e questo avverrà il prima possibile”.

 

E oggi finalmente, sappiamo che la cerimonia si svolgerà sabato 10 settembre alle ore 17, nell’edificio che ospita gli oltre 21 mila libri tanto cari a Liberato.

 

Talvolta capita che s’intitolino strutture pubbliche che poco hanno a che fare con la persona in questione, ma non è questo il caso, non c’è stata, infatti, persona che abbia avuto un rapporto cosi viscerale e continuativo con i libri come per il prof. Liberato.

 

Sia il Prof. Ceriale che sua moglie Rosalba, infatti, sono vissuti circondati dai libri. Sempre.

E sempre, guardandosi negli occhi, affermavano che, non essendoci più spazio, non ne avrebbero acquistato più.

Quasi settemila libri, sparsi ovunque.

Catalogati tutti con cura minuziosa dal Prof. Liberato che, oltre al computer e a un programma specifico utilizzava anche le schede e registri vari, con la logica del “nonsisamai” dovesse accadere qualcosa al pc.

 

“Dobbiamo darci una regolata”, diceva con poca convinzione alla moglie, ma mantenere l’impegno risultava per lui impossibile: c’era sempre un nuovo libro che cercava la via di casa loro… e riusciva a trovarla. Ed andava ad aggiungersi agli altri. Non acquistare più libri sarebbe stato, per uno come lui, come non acquistare più acqua o cibo. Impossibile.

 

Per tutti gli oltre trentacinque anni d’insegnamento (a parte alcuni anni vissuti da preside) amava trascorrere le sue ore libere nella biblioteca scolastica: per consigliare la lettura di determinati libri ai vari alunni e per mettere un po’ d’ordine nel disordine istituzionale delle biblioteche scolastiche. E lì si sentiva a suo agio. Contento come un bambino che riceve a Natale il giocattolo desiderato da sempre.

 

Avete presente quel giochino utilizzato spesso dagli insegnanti per entrare con più facilità nel mondo interiore dei nostri alunni ?

In che cosa trasformereste i genitori e/o gli amici?

Una delle domande era la seguente:

 

“Se dovessi trasformare tuo padre in un oggetto, in quale oggetto lo trasformeresti?”.

Il figlio Massimo – che è stato anche alunno della madre Rosalba - non ha mai avuto dubbi:

“In un libro!”, rispondeva senza pensarci due volte, ed era capace di indicarne anche il titolo facendo riferimento all’ultimo libro acquistato.

 

Parlando con Maestra Rosalba, persona affabile e di grande cultura cerco di assaporare la storia d’amore e di vita, tra lei e suo marito:

 

Rosalba: “Ricordo bene il nostro primo, vero incontro, ad Esterzili. Dopo averlo sognato ed in preda ad una strana frenesia da soddisfare (desideravo incontrarlo dopo un periodo di totale indifferenza), lo fermai con la scusa di un libro che mi sarebbe dovuto servire (menzogna!) per il concorso magistrale.

Ovviamente lo possedeva e me lo portò di lì a poco.

Fu quel libro ad unirci, visto che da quel giorno non ci lasciammo più. Per gli oltre quarant’anni di vita vissuta, e assaporata insieme, sempre, nelle sue quotidiane passeggiate mattutine verso il mare, ha sempre portato un libro con sé .

Non era un’abitudine ma una necessità.

Ho qui davanti a me, il libro che non ha potuto terminare: “The fall” di Juliet Macur.

Il segnalibro si trova a pagina 90. Aveva il vezzo di sottolineare , con la penna rossa, i pensieri più significativi.

Lo fece sempre, anche quando il male, che silenziosamente avanzava, indeboliva la sua vista e le sue braccia.

Spesso amava ripetere che “i libri sono semi per l’anima” e che, “quando germogliano, lubrificano la mente e irrobustiscono il cuore, niente di più vero.”.

 

Dopo aver assaporato un ottimo thè nero, la maestra riprende con ancor più vigore e passione a parlare del marito, perché ciò la fa star bene è si evince che ciò è il suo antidoto contro la tristezza e il dolore per l’assenza fisica del marito, dico fisica perché quella spirituale e ancora li affianco a noi che legge il suo nuovo libro.

 

Rosalba: “Lui, aveva una mente straordinariamente ricca e un cuore pieno di cose belle. Preziose. Indimenticabili. Anche e soprattutto per questo, amarlo in maniera intensa è stato facilissimo, arricchente e sempre emozionante. Continuare ad amarlo, oggi, è semplicemente naturale. Ovvio.

Necessario per la mia anima e per il mio cuore”.

 

Questo forte legame fra il professore e l’amore della moglie e della cultura è sta la chiave di lettura che ha ispirato il Maestro Alessandro Lobino, invitato dall’amministrazione per la realizzazione di una targa commemorativa per l’intitolazione ufficiale della Biblioteca Comunale dedicata alla figura intellettuale e umana del Prof. Liberato Ceriale.

Molti sono del parere che le opere d’arte non vadano spiegate, io invece sono del parere opposto, in particolare in quest’opera, infatti, questa, non è solo interessante esteticamente, viste le tecniche e i materiali innovativi utilizzati, ma questa targa è fondamentalmente un’opera d’arte concettuale, ciò significa che i concetti e le idee espresse siano molto importanti, quanto il risultato estetico e percettivo dell'opera stessa, o forse più.

 

Ho deciso come Bandidori di intervistare l’artista nonché docente d’arte Alessandro Lobino, per capire meglio il significato di quest’opera assai difficile da comprendere per chi come me e tanti altri cittadini non hanno le giuste basi di conoscenza artistica, in particolare dell’arte contemporanea; cosciente del fatto che gli artisti spesso evitano di spiegare un’opera ho voluto comunque tentare e questo è il risultato:

 

Buona sera Maestro Lobino, so di chiederle una cosa inusuale, ma non posso esimermi dalla mia curiosità e la mia voglia di divulgare ciò che coinvolge la nostra comunità, e l’intitolazione del simbolo più importante a livello culturale come la biblioteca non poteva e non deve a mio avviso passare in osservata, perciò le chiedo di spiegarci questa magnifica opera:

 

Maestro Lobino: Come da lei detto, un’opera non bisognerebbe spiegarla perché l’artista nel momento che l’ha concepita l’ha fatto in piena libertà e purezza; non dovrebbe, di conseguenza, aver bisogno di nessuna parola aggiunta, perché così facendo è come dipingere un’opera con la cornice , quando l’opera stessa non è stata pensata così.

Ma vista la sua insistenza , e visti la stima e l’affetto rivolti dal paese verso il prof. Ceriale , ho deciso di fare un’eccezione .

Fermo restando che ogni persona deve avere la libertà di usare la sua mente e la sua personale coscienza per interpretare l’opera intimamente, posso solo illustrare come, io l’ho concepita; ciò non toglie che gli altri possano dare un’interpretazione differente: la magia dell’arte sta proprio in questo .

 

L’ideazione di un’opera d’arte è assai complessa, e non nasce sempre allo stesso modo; alle volte l’ispirazione , o meglio, l’idea arriva semplicemente parlando con gli amici o con coloro che sono più vicini alla persona da rappresentare , ma in quest’occasione ho capito da subito che la situazione era assai complicata .

Bisognava trasferire all’interno dell’opera elementi assai complessi; dovevo, perciò, trovare la chiave di lettura tra cultura, intelletto e il prof. Ceriale, ma non volevo cadere nella banalità; sono stato chiamato a realizzare un’opera con un’anima, non una targhetta sterile e fredda.

 

Ho iniziato a informarmi in giro, per il paese, e quello che mi arrivava era un insieme di lettere confuse e di vari colori. Ciò mi ha portato tante informazioni, ma tutte fuorvianti da ciò che cercavo; ho deciso di prendermi altro tempo: avevo bisogno di ripulire la mia mente.

Decisi di andare dall’unica persona che poteva mettere ordine in quel trambusto: la moglie.

Quella chiacchierata mi ha “liberato” la mente e mi hanno fatto intravvedere la via da percorrere, tante sono state le emozioni provate quella sera …

Avevo trovato finalmente ciò che cercavo! Gli elementi giusti. Ora dovevo esprimerli con il mio linguaggio, quello artistico, e decisi di utilizzare materiali non convenzionali- come il pennello e i colori -, bensì qualcosa di più palpabile e irregolare: le resine.

Le resine mi hanno permesso di inglobare quegli elementi e quei contenuti significativi - che solo la moglie Rosalba e suo marito conoscevano -, in una sorta di protezione, per custodirli all’interno dell’opera stessa. E saranno questi materiali a caratterizzare l’opera e a dare continuità alla stessa.

 

Ciò che ho voluto rappresentare, nella sua complessità è sintetizzabile con una sola parola, AMORE: l’amore per la sua sposa e la passione per la cultura in generale (e per i libri in particolare) , uniti in un perenne e lubrificante circolo virtuoso”.

 

Spesso e volentieri nei miei articoli mi soffermo a fare riflessioni personali molto lunghe, ma qui ho preferito ascoltare e far parlare le persone interessate da vicino a questa vicenda, dove  ciascuno di loro mi ha, e spero vi abbia, trasmesso delle emozioni,

spero che con questo mio articolo, possa contribuire a far arrivare a più persone possibile tale storia, d’amore, d’arte, di cultura ma soprattutto questa storia di vita...

A videcci… prof.