BUDONI SUMMER CAMP 2017.

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Nasce a Budoni un nuovo progetto rivolto ai ragazzi: “Budoni Summer Camp 2017” a cura di Nicola Ruggeri: attualmente tecnico sportivo degli esordienti 2004/2005 Budoni Calcio e con una brillante carriera da giocatore alle spalle.

Il servizio è rivolto ai ragazzi di età compresa tra i 9 e i 15 anni, il progetto trova le sue fondamenta sul giuoco del calcio, ma non si limiterà solo a questo, infatti, i ragazzi avranno tanti momenti di relax e di svago. L'inizio del Camp è fissato per il 19 giugno e finirà il 1° settembre, dalle 08:30 alle 18:00 dal lunedì al venerdì. I ragazzi avranno in dotazione un kit, che comprende capellino, maglia, pantaloncini, calzettoni, sacchetto e naturalmente il pallone.

“Sarà una vacanza all'insegna dello sport, del divertimento, della vita di gruppo e del relax collettivo - dichiara Nicola Ruggeri - basata sulla disciplina e il rispetto reciproco. Sarà soprattutto un modo per approfondire la conoscenza quanto la tecnica calcistica, attraverso un programma di esercizi inerenti ai diversi ruoli in campo, ma anche un'occasione per socializzare e coltivare nuove amicizie”.

Le attività si svolgeranno a Porto Ottiolu, nei campi da calcetto situati all'ingresso del Borgo, ma si estenderanno anche a tutto il litorale Budonese, sia per esercitazioni specifiche, che per piacevoli momenti di relax e divertimento, immersi nella natura; I ragazzi con tutto lo staff mangeranno in un Ristorante adiacente al Camp.

 

Mister Ruggeri è noto che non è la prima esperienza sui campi da calcio e in particolare con i ragazzi, visto che già da tempo allena gli esordienti nel Budoni Calcio, ma ci dica quali esperienze ha avuto lei in passato come giocatore?

“Io ho iniziato la carriera a 5 anni, nella “Stella di Mare” da lì sono diventato campione d'Italia esordiente, passando poi al Cagliari calcio per due stagioni prima di andare al Gigi Piras, un'altra scuola calcio dove ho imparato tanto e non solo a livello calcistico; all'età di 15 anni vengo venduto al Tempio dove faccio quasi tre anni, il primo nella Neretto e poi in prima squadra in serie C, da lì sono passato al Selargius in serie D, dove ho fatto due anni, poi 4 anni nella Villacidrese in eccellenza, (vinto campionato) e serie D poi Calangianus (vinto campionato) Arzachena (vinto campionato) Ischia (finale play off e vinta coppa Italia) Nuorese (vinto campionato) Budoni, poi ancora  Tavolara in serie D, (finale play off) per poi approdare in serie C con il Sanluri, ancora San Teodoro, Tortoli, Tavolara,  Nuorese (vinto campionato) Siniscola, Porto rotondo (vinto campionato) e l’ultimo con il Montalbo”

 

Però… diciamo che qualche campo da calcio l’ha calpestato e continua a farlo, perché dunque ha deciso di allenare i ragazzi del Budoni calcio nella stagione invernale e ora iniziare un nuovo progetto estivo?

“Mi piace molto lavorare con i bambini, mi diverto e per me è un po' come tornare indietro nel tempo quando mi trovavo io al posto loro”.

 

Che differenze vede fra il calcio dei “grandi” e quello dei più piccoli? 

“Ci sono tante differenze, a partire dall'approccio alla partita, che per noi grandi è molto importante mentre per I bambini viene vissuto con più tranquillità. A fine partita, a seconda del risultato, I bimbi sono comunque felici mentre quando si diventa adulti l'umore è diverso a seconda del risultato e della prestazione”.

 

Come si descriverebbe come allenatore?

“Come allenatore sono abbastanza tranquillo e rilassato, sebbene pretenda rispetto per il ruolo che ho. Non faccio distinzioni tra bimbi più bravi e meno bravi, e provo a far divertire la squadra facendoli giocare tutti. Inoltre, mi piace di più fermarmi e stare con i piccoli un po' indietro tecnicamente piuttosto che stare con quelli già bravini; in questo modo cerco di aiutarli e allo stesso tempo insegnargli come raggiungere gli altri”.

 

Qual'è la soddisfazione più grande che le da fare il CT dei ragazzi?

“Osservare i bambini che arrivano senza saper stoppare la palla, e che invece dopo alcuni mesi, con costanza e impegno, ci riescono, è per me una bella soddisfazione. In questo Camp Estivo, sono certo di ottenere dei buoni risultati tecnici, ma senza fretta, il mio obiettivo non si limita solo al puro tecnicismo, ma vorrei regalare ai ragazzi un’esperienza “unica”, un bambino deve potersi divertire, e con la palla tra i piedi penso lo possa fare meglio; non deve per forza pensare già da subito a vincere o perdere, prima deve imparare a divertirsi e a condividere questo stato di grazia con i propri compagni. Il mio è il mestiere più bello del mondo”.

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