Gabbiano trucidato: condanna esemplare per un siniscolese.

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E’ stato condannato a 22 mesi di reclusione il 38 enne di Siniscola rinviato a giudizio con l’accusa di avere ucciso un gabbiano durante una battuta di pesca a bordo di un peschereccio.

Lo rende noto l’Ente Nazionale Protezione Animali, costituitosi parte civile nel processo di primo grado presso il Tribunale di Nuoro.

Come ricorderete tanto fu lo scalpore sia sui social che sui media, sulla vicenda, e altre tante sono state le versioni di come siano stati individuati i responsabili, si è parlato d’indagini tramite sofisticati software e maghi del computer a livello regionale e nazionale, con svariati stratagemmi e non so quanti agenti operativi messi a disposizione ma la realtà è molto più semplice;

 

L’intera operazione è stata mandata avanti dalla sola stazione di Budoni, infatti, il video incriminato fu sottoposto da prima proprio al Comandante della stazione dei Carabinieri di Budoni, il Maresciallo Capo Gianluca Lombardi, lo stesso ha personalmente visonato il documento multimediale, e dopo averlo esaminato, ha notato fin da subito alcuni elementi importanti, ad esempio ha visto che il peschereccio stava rientrando dall’isola di Tavolara, e il Maresciallo senza ausilio di software e senza l’aiuto ne dei Ris di Parma ne di quelli di Cagliari, ha fatto un semplice ragionamento: un peschereccio che si trova sotto costa a tale ora, come minimo aveva necessità di un approdo, e come ben si sa i due porti più vicini sono quello di Ottiolu e quello di La caletta, a quel punto entrava in ballo la vecchia e cara indagine sul campo;

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Le indagini partirono da due elementi fondamentali, il primo era senz’altro il dialogo dei due delinquenti, che tra una risata ed un’altra, parlavano divertiti, elemento questo, fondamentale per l’identificazione futura dei soggetti;
il secondo elemento importante per l’identificazione dell’imbarcazione  fu notato dall’occhio attento dal Maresciallo Capo, Gianluca Lombardi: infatti, se guardato con attenzione, nell’inquadratura si possono scorgere degli elementi dell’imbarcazione, piccole ammaccature e altri dettagli identificativi e una volta memorizzati,  i militari si sono recati in entrambi i porti  trovando così la barca, riconoscibile per quegli elementi sopracitati.

Da lì, trovare comandante e pescatori, che sono naturalmente registrati negli archivi della Guardia Costiera, è stato un gioco da ragazzi per i Carabinieri di Budoni, che proprio al porto di La Caletta hanno individuato l’imbarcazione.  

Nel gennaio 2016 furono denunciati due pescatori di Siniscola e finalmente oggi è arrivata la sentenza verso uno dei responsabili.

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Il condannato - così ha stabilito il Gip del Tribunale di Nuoro - dovrà inoltre trascorrere 18 mesi in libertà vigilata. Sulla sentenza, che secondo Enpa per la severità della condanna è destinata a fare da precedente, ha influito la particolare efferatezza del comportamento tenuto dall’uomo.

Infatti ricordiamo che questi, dopo aver catturato un gabbiano che si era posato all’interno dell’imbarcazione, legò al corpo dell’animale un grosso petardo assicurandolo al collo con il nastro adesivo. Poi ha accese la miccia e rilasciò l’uccello che dopo pochi secondi, esplose in volo. L’intera sequenza fu ripresa con uno smartphone e quindi pubblicata sui social dal 38 enne, evidentemente non pago dello strazio inflitto al povero animale.

Ma proprio questo ha permesso ai Carabinieri di Budoni l’identificazione dei responsabili l’imputato dando così inizio all’azione penale.

 

"Restiamo in attesa delle motivazioni, tuttavia - spiega Claudia Ricci, l’avvocato che ha rappresentato Enpa in giudizio - l’entità della pena inflitta al 38 enne mi fa pensare che il giudice abbia accolto i nostri rilievi circa la pericolosità sociale dell’imputato".

Complimenti al Comandante Lombardi e ai suoi ragazzi.