La Riforma degli Enti locali: l'orgoglio gallurese si oppone alla Regione.

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Adesso non è più un rischio, ma quasi una certezza: pezzo dopo pezzo, la Gallura sta scomparendo dalla geografia istituzionale della Sardegna.

Sindaco Porcheddu, i suoi concittadini vorrebbero conoscere la sua opinione su un tema, sul quale tanto si dibatte in questo momento a livello regionale, che è la cosiddetta legge di riordino degli enti locali.

 

Io parto dal presupposto che è vero che con il referendum del 6 maggio 2012 è passata la cosiddetta abrogazione delle province, però stiamo attenti: si è fatto passare il concetto che l’abrogazione riguardava solo ed esclusivamente le province di nuova istituzione, (Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia Tempio) e non quelle cosiddette storiche (Nuoro, Sassari, Oristano, Cagliari) ma in uno dei quesiti referendari si citava anche l’aspetto delle province storiche, quelle a carattere nazionale come riconoscimento.

Io non voglio entrare nel merito della legittimità di quella fase referendaria, perché ogni qualvolta il cittadino esprime una propria valutazione, lo fa nella compiutezza e nel rispetto della piena democrazia.

Io entro nel merito invece di quello che accadrà, mi auguro nel giro di dodici mesi, a livello nazionale con la riforma del titolo V della Costituzione, nella quale è evidente la volontà del legislatore nazionale di andare sostanzialmente a cancellare tutte le province comprese anche quelle cosiddette storiche.

 

Secondo la riforma mi risulta che queste Province “storiche” dovrebbero restare temporaneamente, sino all’approvazione della legge costituzionale che andrà a sopprimerle.

 

Così dovrebbe essere, ma chi ci garantisce che in un secondo tempo le cosiddette Province storiche non rinascano dalle loro ceneri, più o meno come l’araba fenice?

Guardiamo ad esempio ciò che è accaduto in Sicilia, che come noi forte della sua autonoma come regione a statuto speciale, ha deciso di sopprimere le province, creando sia le città metropolitane sia i nuovi enti denominati “liberi consorzi”, ebbene oggi si trova a rischio d’incostituzionalità poiché questi nuovi enti sono riempiti, all’inverosimile, di competenze e funzioni, tanto da creare veri e propri enti territoriali di governo, cioè in definitiva delle province vere e proprie.

 

Ma allora la maggioranza regionale Sarda quale giustificazione da a questa voglia improvvisa di riordino?

 

Una delle giustificazioni che questa maggioranza regionale ha dato, nell’input di questa grande voglia di riordino, era quella che se non si arrivava alla tappa del 31/12/2015 con questa riforma, si perdevano soldi; è vero, si perdono dei soldi, si perdono circa 50.000.000,00 di euro più altri 50, stiamo parlando di 100 milioni di euro ma che riguardano che cosa?

 

Lo vorrebbero sapere anche i cittadini, qual è la destinazione dunque di questi milioni di euro, parliamo di 100 milioni, capisce che la curiosità è tanta.

 

Semplice: tali fondi saranno destinati in gran parte alle città metropolitane.

 

E la sua maggioranza che posizione ha deciso di prendere al riguardo?

 

Quello che più ci rammarica come maggioranza e penso come Consiglio Comunale, come comunità, noi un ventennio fa abbiamo fatto la scelta, con una fase anche referendaria, di andare a confluire nella provincia Olbia Gallura, nella fase intermedia della riperimetrazione di quelli che sono i perimetri delle nuove province senza nessun colloquio o interlocuzione iniziale con gli enti locali, si è riproposto il Comune di

Budoni e S. Teodoro all’interno dell’ex provincia di nostra appartenenza che è nella provincia di Nuoro.

 

Insomma in concreto cosa avete fatto?

 

Noi abbiamo chiesto, come sindaci della Gallura, un’audizione in prima commissione e la stessa, un mese fa, ha fatto uscire il testo del disegno di legge che è poi approdato in consiglio regionale: io personalmente sono andato in delegazione e l’ho fatto perché era giusto andare a rivendicare un diritto di autonomia dei territori, perché è sancita dalla Costituzione l’autodeterminazione e volevo capire chi era questa grande testa fantasiosa che all’insaputa dei Consigli comunali, organo supremo in termini di gestione e trattazione di queste argomentazioni, avrebbe incluso Budoni e S. Teodoro nella provincia di Nuoro.

 

E qual è stata la loro risposta in merito?

 

Vi dico sinceramente che in commissione il presidente Agus ha chiesto scusa, dicendo che anche loro, si sono trovati nella condizione che non riuscivano a capire.

 

Andiamo bene… almeno lei ci aiuti a chiarire meglio la situazione, in concreto qual era il suo intento?  

 

Il nostro intento era quello di ripristinare la collocazione politica del nostro paese di Budoni nel territorio Gallurese, e grazie al consigliere Giuseppe Meloni che presentò un emendamento al riguardo, finalmente abbiamo vinto la prima battaglia, infatti tale emendamento è stato approvato, consentendoci di fatto di rientrare all’interno della provincia che ci appartiene che è la provincia Gallura, che esiste, anche se commissariata, ed esisterà finché il Consiglio regionale non farà la nuova legge di riordino degli enti locali.

 

Mi dica la verità: mi pare di capire che a lei la scelta della Regione di costituire un'unica città metropolitana a Cagliari non vada a genio… 

 

La verità è che si sta cercando ancora una volta, e questo mi rammarica, fa male pensarlo e dirlo ma è la realtà, di andare a realizzare su Cagliari un accentramento esasperato di quelli che sono i poteri politici.

 

Mi scusi ma che fine hanno fatto i buoni propositi sul dare più autonomia agli enti locali?

 

Le politiche Nazionali in questi anni si erano orientate in tal senso, con l’intento di delegare sempre più gli enti locali in quelle che sono le scelte dei territori e dei problemi ad essi collegati, invece  questa nostra giunta regionale sta sempre più calpestando quella che è la propria autonomia degli enti locali, giustificando quelle scelte dicendo che non c’era la possibilità di pensare ad una città metropolitana se non quella di Cagliari.

 

La Giunta Regionale di Pigliaru però parla di norme che non consentono di porre in essere due città metropolitane.

 

Ciò non è vero: infatti, alcuni giorni fa, il sottosegretario Bressa, in maniera univoca e chiara ha puntualizzato che non c’è nessuna norma nazionale che vieta la realizzazione di una seconda città metropolitana per bilanciare quello che è il Cagliaricentrismo, e che stranamente è una politica regionale trasversale (maggioranza e minoranza) che non ha quelle sensibilità che invece noi chiediamo.

 

E quindi cosa pensate di fare a tal proposito?

 

Quindi si sta aprendo una fase di contrapposizione piena, dove i 26 sindaci, le 26 amministrazioni e i 26 consigli della Gallura saranno chiamati, se dovesse servire, ad una mobilitazione, perché non vogliamo essere calpestati.

 

Insomma questa Giunta Regionale ha deciso che la Gallura deve essere cancellata e basta?

 

Sempre più ci rendiamo conto che ci vogliono isolare e questo non lo faccio per un discorso geografico, ma io parto dal presupposto e partiamo tutti dal presupposto che la Gallura è una risorsa per l’intera Sardegna e invece che cercare di tagliarci le ali, usando una terminologia un po’ mondana, dovrebbero sostenerci perché è la ricchezza dell’intera Sardegna la Gallura in termini di quelli che sono gli elementi di strategie generali di comunicazione, di viabilità e di crescita demografica;

 

abbiamo il porto più grande d’Europa del bacino mediterraneo, abbiamo un aeroporto che è uno dei migliori a livello europeo che ha dei flussi che sono paurosi, ha un Pil che ha dimostrato negli anni quale è la capacità della creatività, è vero che siamo stati baciati dalla fortuna, da madre natura, ma è pur vero che in termini culturali, in termini di sensibilità, siamo comunque delle comunità che lavorano per crescere e non aspettiamo mai finanziamenti o quant’altro per poter attivare le procedure nel settore privato e in quello pubblico per dare una dimostrazione di paesi creativi, di paesi che vogliono crescere.

 

Quindi cosa si aspetta da questa Giunta Regionale?

 

L’auspicio è quello che in Consiglio regionale ci siano ed io non entro nel merito di quelle che sono le componenti di maggioranza e opposizione, dico sempre che tutti i Consigli, sia degli enti locali che di quelli regionali, hanno come priorità fare ciò che è giusto per il territorio e avere la possibilità di lavorare in una certa maniera, perché quello che più ci ha offeso è che nella proposta di riordino degli enti locali, non si parla solo della città metropolitana, si parla anche della provincia del sud, quindi se è vero com’è vero rispetto quelli che sono stati gli slogan dell’assessore agli enti locali Erriu e del presidente Pigliaru di non creare nuove province a parte quelle storiche, mi devono spiegare perché la provincia del sud?

Che non è altro, perché questa è la realtà, la riproposizione della provincia fuori dalla città metropolitana di Cagliari che comprenderà otto o dodici comuni, quella è la vecchia provincia

dell’oristanese, né più né meno.

 

Sembra che, dietro di tutto ciò ci siano i soliti giochi di potere?

 

Io ho capito che in termini politici ed elettorali la valenza che quei territori hanno rispetto all’intera regione autonoma della Sardegna non è di poco conto, però è pur vero che non si possono calpestare i diritti, le sensibilità e le autodeterminazioni solo per logiche di potere, solo per logiche elettorali, solo per logiche che non appartengono a chi ama nel proprio mandato quella che è la risultante di un’azione che deve valorizzare tutte le particolarità e peculiarità di un territorio che in termini di bellezza e di ampiezza è importante in termini di popolarità e quindi di persone e ci risiedono. In tal senso, sicuramente, siamo una delle ultime regioni d’Italia.

 

Siamo alla fine dell’anno oramai, qual è il suo auspicio per l’anno che verrà?

 

L’auspicio è quello di vedere un Consiglio regionale che lavori veramente per dare quella dignità che meritano i territori della Sardegna e la Gallura compresa, quindi questo è l’auspicio e io non farò altro che informarla costantemente sull’azione e sulle eventuali attività che andremo a fare, ma mi auguro che il buon senso domini il percorso amministrativo di questa giunta regionale, che in questa fase mi vede abbastanza contrapposto perché non penso che sia un atteggiamento corretto dire, come ha fatto il Presidente Pigliaru,  “ o votate questa proposta o ce ne andiamo a casa“.

 

L’auspicio è che l’intero consiglio regionale sappia tradurre la volontà dell’intero territorio regionale e che prevalga il buon senso, solo questo.