Man and Biosphere: Budoni patrimonio dell’UNESCO.

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Nel consiglio Comunale del 23 febbraio 2016 il Sindaco Porcheddu portò a conoscenza la cittadinanza di un nuovo progetto, quale la candidatura  del comune di Budoni al programma MAB (Man and Biosphere) dell’ Unesco promosso dal Parco Regionale di Tepilora del Rio Posada alla quale dovrebbero aderire i comuni di: Bitti, Lodè, Torpè e Posada (i quattro comuni del Parco), più Lula, Siniscola, Orune, Onanì, Osidda, Alà, Buddusò e Padru ed ora si spera anche Budoni.

 

In quest’articolo ho voluto evitare appositamente tecnicismi e delibere varie, al fine di comprendere al meglio la questione, e ho preferito invece, far l'illustrare questo progetto al dottor Filippo Lorenzini, delegato dal gruppo di lavoro del Parco Regionale di Tepilora.  

Ma parliamone direttamente con lui:

 

Dottore, iniziamo col spiegare ai Budonesi in cosa consiste il progetto?

 

Partiamo dicendo che l'Unesco è l'Agenzia delle Nazioni Unite per l'educazione alla cultura, riconosciuta Universalmente per un programma che si chiama “Heritage”, patrimonio, che anche in Sardegna ha visto riconoscimenti importanti come quello del canto a Tenores che è considerato un bene immateriale, ma il programma che vi presenterò è un altro, e si chiama appunto “Man and Biosphere”, da cui l'acronimo MAB.

E' un programma che nasce negli anni 70 per tutelare e valorizzare dei territori, quindi non si applica a un monumento o a un valore immateriale ma proprio ai territori e alle comunità, che su quei territori vivono.

 

A quali territori e a quali comunità si rivolge?

 

Quei territori e quelle comunità che hanno saputo costruire un rapporto equilibrato tra uomo e natura.

Al mondo vi sono 651 aree MAB, suddivise in 120 paesi, 13 di queste sono in Italia, nessuna in Sardegna (per ora) e quella che stiamo portando avanti con il beneplacito del Ministero dell'Ambiente da cui siamo stati pochi giorni fa, è la prima candidatura sarda.

Ho citato il Ministero dell'Ambiente, in quanto la candidatura verrà formalmente presentata dal Ministero all'Unesco, quindi è il Ministero che si farà garante del nostro lavoro nei confronti dell'organizzazione internazionale.

 

Le aree MAB sono definite Riserva di Biosfera, ciò comporterà nuovi vincoli per il nostro territorio? 

 

Ci tengo subito a chiarire che cosa s’ intende con questo termine che nell'accezione Italiana siamo abituati ad associare a luoghi inviolabili, inaccessibili, dove non è possibile fare nulla, oppure magari per gli appassionati di film western come me, alle riserve degli Indiani, dove si vanno a rinchiudere soggetti non sempre graditi;

in realtà, essendo l'Unesco una realtà internazionale anglofona, il concetto di riserva va inteso appunto nella sua valenza della lingua inglese, dove “reserve” significa capitale, patrimonio, presidio, se pensiamo dove si tiene l'oro degli Stati Uniti è la banca che viene denominata “Federal Reserve”.

 

Ecco perché quindi la riserva MAB è da intendere come un luogo dove sono tutelati e valorizzati quelli che sono gli elementi che rappresentano il vero patrimonio di un territorio e delle comunità.

Le riserve di biosfera MAB Unesco non aggiungono nessun titolo, nessun livello di tutela ulteriore a quello che è già esistente.

Facciamo un esempio: dove i vincoli, oggi, impediscono di costruire o di cacciare non si potrà cacciare e costruire anche domani.

 

Perché allora aderire al MAB e quali sono le opportunità?

 

L'opportunità principale di questa candidatura è una opportunità di carattere culturale. Una crescita culturale dell'intero territorio.

Ma una crescita culturale su dei valori che sono spesso anche valori economici, quindi l'opportunità che si lega dietro a questa candidatura è di rafforzare il territorio, intanto, creando sinergie e unioni su un'area vasta che comprenderà tredici Comuni che potranno agire come un “unicum”, andando a stimolare innanzitutto i residenti, in particolare i giovani, a comprendere come mettere a frutto alcuni valori insiti del territorio che ancora oggi non sono sempre adeguatamente valorizzati.

 

Alcuni territori italiani quali il Parco del Delta del Po, l'Appennino Tosco-Emiliano e l'area delle Alpi Giudicarie in Trentino, che sono stati recentemente insigniti di questo riconoscimento, già a pochi mesi dallo stesso, stanno iniziando a “incassare”, una serie di benefici economici, sotto forma di priorità nei finanziamenti di carattere europeo, di priorità nei finanziamenti di carattere regionale e anche di interesse di finanziatori privati, come le fondazioni bancarie o addirittura aziende che vogliono legare loro nome alle riserve MAB.

 

L'opportunità principale, però, è proprio quella di riuscire a fare un percorso assieme, di fare sistema e di avviare un’azione di pianificazione e valorizzazione territoriale che superi campanilismi e che riesca in un'area che comunque può sembrare ampia a livello locale, ma a livello globale rimane un'area comunque piccola, ecco questa opportunità di fare dei pezzi di strada insieme, di unire le forze e le sinergie, riteniamo possa essere l'opportunità maggiore.

 

In secondo luogo, vorrei sottolineare l’opportunità, di alcune tipologie di soggetti socioeconomici, in particolar modo gli operatori turistici e del settore agroalimentare, di fregiare di essere operanti in un territorio che è riconosciuto dall'UNESCO significa acquisire un brand di carattere internazionale e assolutamente di altissimo livello.

 

Quali e quante sono in sostanza le funzioni delle aree MAB?

 

In sostanza sono tre:

La prima è una funzione di conservazione, che viene sviluppata in delle aree, come dicevo prima, dove già esistono dei vincoli che consentono di fare questa conservazione.

La seconda è una funzione di sviluppo che invece può costituire anche progetti innovativi legati, per esempio, al turismo sostenibile, allo sviluppo rurale, all'educazione ambientale etc.

La terza funzione molto importante è quella educativa, non solo intesa nei confronti delle scuole e dei giovani, che comunque sono il primo pensiero, ma anche, al mondo della ricerca e quindi anche al mondo dell'imprenditoria.

 

Tali funzioni hanno tutte la stessa dignità, non c'è una zona che è più MAB di un'altra o è più importante di un'altra, ma vengono suddivise per distinguere le aree in cui il territorio aveva già scelto, prima della candidatura di inserire dei vincoli e quindi, quelle aree noi le useremo più per azioni di tutela e ricerca, e le aree invece prive di vincoli dove invece andremo ad inserire tutti i progetti anche di animazione socio economica.

 

Di quali criteri bisogna essere dotati per avere tale riconoscimento?

 

I criteri sono diversi, è necessario sicuramente essere significativi per la conservazione della biodiversità, bisogna però anche avere già avuto approcci innovativi allo sviluppo sostenibile e in questo mi sento di dire che, dal confronto fatto con il Sindaco Porcheddu e con l'Amministrazione nelle settimane scorse, oltre che dello studio che abbiamo fatto, alcuni progetti che quest’ Amministrazione ha già avviato, sono sicuramente un buon punto di partenza.

 

Il secondo criterio è: quello di possedere una zonizzazione appropriata, quindi un equilibrio tra zone tutelate e zone di sviluppo, non sarebbe accettata una riserva di biosfera con una zona di tutela piccolissima e tutto il resto area di sviluppo, ci vuole un giusto equilibrio tra le due.

Il terzo criterio è che ci sia una struttura di gestione che sappia governare la MAB, e qua ci tengo a fare una precisazione, la MAB non avrà una sede, non ha un ente, non ha un bilancio, non ha un presidente, né il consiglio direttivo, proprio perché è un organismo estremamente leggero, questo governo della riserva, verrà fatto mediante sinergie e collaborazioni tra i soggetti che oggi la stanno candidando, che sono i comuni in primis e spero appunto che con l’inserimento di Budoni si vada a concludere l'iter dei Comuni che hanno fino ad oggi aderito;

 

Oltre alle amministrazioni comunali saranno coinvolte, nella fase di gestione, anche soggetti di carattere socio-economico, come le Camere di Commercio, le associazioni di categoria, o il mondo della ricerca e dell'educazione, come le Università o gli Istituti e i plessi scolastici superiori e anche non superiori.

 

La denominazione del parco è: Parco di Tepilora e territorio del Rio Posada, perché questo nome?

 

Il nome è sempre la cosa più difficile, in realtà noi abbiamo scelto di instaurare la candidatura su un territorio che è economicamente collegato al bacino idrografico del Rio Posada.

 

Si, ma perchè il Rio Posada?

 

Abbiamo scelto il Rio Posada per diverse motivazioni:

In primis è l'unico delta della Regione Sardegna, è comunque un fiume importante che svolge un'azione di collegamento naturalistica, ma anche economica tra la costa e gli interni, e questo asse costa-interni che nella storia ha visto comunque un evoluzione, sarà al centro del nostro sviluppo della candidatura, nel tentativo, non di stravolgere, ma di riequilibrare una serie di relazioni che oggi vedono uno spopolamento e un drenaggio delle risorse umane, innanzitutto, ed economiche, dagli interni verso la costa, lasciando dietro di se un impoverimento del territorio e di alcuni valori che magari negli ultimi anni sono stati sottovalutati, ma che potrebbero essere invece un capitale fisso per questi territori estremamente spendibile e interessante, perché non replicabile da altri.

 

In secondo luogo stiamo parlando di un'area anche interessante da un punto di vista della dimensione, sono 162 ettari complessivamente, e circa 13 comuni.

 

Ritornando al ragionamento che faceva prima sulle tutele, ci può dire chi le determinerà?

 

Le tutele saranno determinate dai quattro comuni fondatori del Parco di Tepilora, in quanto al loro interno hanno sufficiente territorio già caratterizzato da vincoli, tale da consentirgli di istituire quelle aree che si chiamano “core”, utili alla candidatura.

 

Avete già individuato queste aree “core” di tutela?

 

Stiamo pensando di istituirne una all'interno del delta del fiume Posada, un'altra nei cantieri forestali per l'importanza che questi hanno anche in termini appunto di biodiversità, ma anche di opportunità, di nuove forme di sviluppo socio-economico, pensiamo al turismo escursionistico, il turismo della mountain bike etc.

 Un’altra potrebbe essere istituita nei cantieri di Usinavà e Sos Litos, e stiamo valutando infine anche un'altra area core sul Montalbo.

 

Il Sindaco Porcheddu crede molto in questo progetto: ma a suo avviso, la candidatura del comune di Budoni, quante possibilità ha di essere accolta?

 

La candidatura porta avanti il territorio nella sua interezza ma deve identificare alcuni temi su cui concentrarsi maggiormente, non si tratta di bocciare o di premiare il comune di Budoni, ma di andare a selezionare alcuni elementi su cui questo territorio può giocarsi una distintività a livello internazionale;

Il sindaco fa bene a credere nel progetto, perché ricordiamoci che la candidatura è di carattere mondiale.

Si entrerà in una rete in cui oggi fanno parte il Parco di Yellowstone e la Camargue, il Serengheti, cioè stiamo parlando comunque di soggetti che hanno già una notorietà, però dobbiamo essere distintivi.

 

Altro aspetto da non sottovalutare è che siamo la prima candidatura della Regione Sardegna e perciò, si spera di avere anche un forte aiuto della Regione, vorremmo fare in modo che questa candidatura portasse con sé anche alcuni valori trasversali a tutta l'isola, in particolar modo i valori della ruralità, i valori delle aree interne.

 

Prima ha parlato di sviluppo del turismo sostenibile, ci spieghi meglio.

 

Sullo sviluppo del turismo che cercheremo, appunto, in questa relazione coste-interni, sarà quello di trovare soluzioni per ampliare la stagionalità, e per ampliare il bacino d’ interesse dell'economia, con un volano che possa anche coinvolgere non solo i cosiddetti operatori del turismo ma anche gli operatori della ruralità, gli operatori della cultura e gli operatori e dell'artigianato, facendo in modo tale che si attraggono persone non solo interessate appunto, all'aspetto balneare, ma ad una vacanza che diventa più una esperienza a tutto tondo su questo territorio;

 

se vogliamo ottenere questo serve anche una crescita un'evoluzione culturale, di chi interpreta l'imprenditoria nel mondo agricolo e nel mondo dell'artigianato che devono essere sempre più interessati ad azioni di multifunzione e che vanno oltre la mera produzione ma anche a una sorta di servizi dati ai turisti di conoscenza del loro sapere, di conoscenza delle loro produzioni, di apertura diciamo a questi ambiti.

 

Quando prevedete di inviare la candidatura in maniera ufficiale?

 

Ai primi di Giugno noi manderemo una bozza al Ministero dell'Ambiente, il Ministero ci darà delle indicazioni su eventuali modifiche o integrazioni, e dopo qualche mese torneranno in tutti i Consigli comunali, perché quello chiediamo all’amministrazione, oggi, non è di accettare di entrare o no a far parte della candidatura, ma stiamo chiedendo il permesso di occuparci di Budoni nell'ambito di questa candidatura, dopodiché quando avremo studiato il ruolo che potrà avere Budoni nel progetto, chiederemo all’Amministrazione Comunale: Volete candidare il territorio di Budoni al MAB Unesco?

 

Dottor Lorenzini, io la ringrazio per l’interessamento verso il nostro territorio e la ringrazio in particolar modo per la chiarezza della sua esposizione, i cittadini Budonesi e non solo loro, oggi hanno un’idea più chiara dell’intera questione. 

 

Io ringrazio lei per l'attenzione, concludo velocemente dicendo solo che è stata istituita una pagina Facebook “candidaturamab.tepilora.rioposada” e a breve sarà pronto anche il sito internet per coloro che volessero seguire il nostro percorso, grazie e buona serata anche a chi leggerà quest’articolo su Lu Bandidori, useremo il suo giornale per ulteriori informazioni.