BUDONI: al via il servizio di guardia medica turistica.

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Da oggi, 1° luglio, sono operativi gli ambulatori del distretto di Olbia (Arzachena, Budoni, Cannigione, Golfo Aranci, La Maddalena, Olbia, Palau, Porto Cervo, Porto Rotondo, Porto San Paolo, San Teodoro, Santa Teresa di Gallura), e quelli del distretto di Tempio.

L’Asl ricorda che gli ambulatori di guardia turistica sono strutture pubbliche che assicurano l’assistenza sanitaria di base ai non residenti: si tratta di ambulatori presidiati da medici che, sette giorni la settimana, garantiscono un servizio di continuità assistenziale rivolto ai turisti. Il medico dell’ambulatorio di guardia turistica può prescrivere farmaci, richiedere esami diagnostici e visite specialistiche e formulare proposte di ricovero su ricettario del servizio sanitario nazionale, può anche rilasciare certificazioni di malattia.

A Budoni la guardia Medica Turistica si trova in via Mannironi, tel. 0789.552067;

Ma oltre a comunicare l’apertura di un pubblico servizio, quale è la Guardia Turistica vorrei riprendere un vecchio argomento relativo alla mancanza di un servizio fondamentale per la comunità: La Guardia Medica Locale, (per tutto l’anno), infatti, benché il comune di Budoni sia composto da 5.150 abitanti e ventiquattro frazioni sparse nel territorio ha sempre visto negarsi la possibilità di avere tale servizio.

Un problema vecchio quello dell’assenza del servizio, per Budoni. Che da tempo si batte per la sua attivazione. Richieste, sollecitazioni, emendamenti alla Finanziaria sono finora caduti nel vuoto: insufficienti, secondo la Regione, il numero delle richieste.

Poi però nel 2015 si riaccese la speranza, infatti, nel consiglio Comunale del 16 aprile, il Sindaco Porcheddu nel secondo punto all’ordine del giorno comunicava una notizia molto importante per la comunità, non solo Budonese ma dell’intero territorio circostante.

Bisogna ricordare che a suo tempo la provincia di Olbia-Tempio era governata da un commissario straordinario, il dottor Giovanni Antonio Carta, poiché destinata a morire; sebbene la provincia di fatto non era più operativa, e anche vero però, che esisteva allora una consulta dei 26 comuni che riguardava il territorio Gallurese, i rispettivi 26 sindaci si riunirono, per discutere della problematica relativa l’ASL di Olbia.

I 26 sindaci fecero una proposta al Commissario della Asl di Olbia, dottor Paolo Tecleme, chiedendogli di dotare i vari territori della Gallura di un servizio extra ospedaliero, oltre quello di Olbia, al fine di garantire un servizio primario come quello relativo alla salute, dando così risposte alle numerose istanze dei cittadini;

Se è vero che la distanza che intercorre tra Budoni e, l’ospedale di Olbia, è una distanza abbastanza corta, è anche vero che spesso e volentieri capita, purtroppo, di avere necessità del pronto soccorso, entrare ad esempio a mezzanotte e andare via la mattina seguente o viceversa, a causa del riversarsi di una mole di utenti provenienti da tutto il territorio che non rende fruibile il transito e lo smistamento degli stessi pazienti dal pronto soccorso ai vari reparti.

A tal proposito si decise di suddividere i 26 comuni della provincia in 11 macro aree, all’interno della quale ci sarà un capoluogo munito di una struttura extra ospedaliera;

Una di queste comprendeva il comune di San Teodoro, Loiri Porto San Paolo, Padru e naturalmente Budoni; e proprio il Comune di Budoni fu, infatti, scelto come Capofila di questa macroarea per un progetto denominato “La Casa della salute”.

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Si iniziò allora a stilare un primo protocollo d’intesa con la regione per avviare, nell’attuale ambulatorio Budonese il presidio in questione; poi però con la riforma degli enti locali da parte della Regione Sardegna e la definitiva abolizione della provincia Gallurese tutto si complicò.

Il Sindaco Porcheddu più volte ha ribadito la sua volontà di proseguire con la battaglia per ottenere ciò che è il bene della comunità, non solo Budonese ma dell'intera Gallura:

“Noi vogliamo dare ai nostri cittadini, la possibilità di avere dei servizi adeguati in base alle esigenze del Paese, perché siamo  parte integrante del territorio e siamo parte integrante della comunità che a gran voce chiede quelli che sono i servizi primari, all’altezza del valore che questa comunità ha sempre manifestato e manifesta anche in questo momento; stiamo cercando di comprendere se ci sono le condizioni per portare a conclusione il progetto "la casa della salute", ben consapevoli delle grandi difficoltà subentrate dopo l’abolizione della “nostra” provincia, ma continueremo a lottare per i diritti della nostra comunità e se tale progetto non dovesse andare in porto, richiederemo un presidio di Guardia Medica Locale”.

Confidando nella tenacia del popolo Gallurese e dei suoi amministratori vi saluto, nella speranza di poter avere quanto prima buone nuove.

A videcci sani.