Budoni e il Gabbiano Kamikaze.

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Gabbiano Kamikaze : è caccia al terzo uomo!

 

Oramai la notizia sull’uccisione del gabbiano con un petardo è di pubblico dominio, e in tanti ne hanno parlato e sparlato in abbondanza; la notizia, infatti, ha fatto il giro d’Italia e ha smosso perfino la Lega Italiana Protezione Uccelli che ha inviato una lettera al Procuratore di Nuoro, formalizzando la sua costituzione come parte civile nel processo che vedrà protagonisti i due presunti colpevoli. Ciò che vorrei sottolineare, però è che, tante sono state le versioni di come siano stati individuati questi due balordi.

 

Si è parlato d’indagini tramite sofisticati software e maghi del computer con svariati stratagemmi e non so quanti agenti operativi messi a disposizione ma la realtà è molto più semplice;

 

E’ stato segnalato il video incriminato al Comandante della stazione dei Carabinieri di Budoni, il Maresciallo Gianluca Lombardi, lo stesso ha personalmente visonato il documento multimediale, e dopo averlo esaminato, ha notato fin da subito che il peschereccio stava rientrando dall’isola di Tavolara, e seppur il Maresciallo sprovvisto di software e senza l’aiuto dei Ris di Parma, ha fatto un semplice ragionamento, un peschereccio che si trova sotto costa a tale ora, come minimo aveva necessità di un approdo, e come ben si sa i due porti più vicini sono quello di Ottiolu e quello di La caletta, a quel punto entrava in ballo la vecchia e cara indagine sul campo;

Le indagini partirono da due elementi fondamentali, il primo era senz’altro il dialogo dei due delinquenti, che tra una risata ed un’altra, dialogavano divertiti, elemento questo, fondamentale per l’identificazione futura dei soggetti;
il secondo elemento importante per l’identificazione dell’imbarcazione  fu notato dall’occhio attento degli investigatori:
infatti, se guardato con attenzione, nell’inquadratura si possono scorgere degli elementi dell’imbarcazione, piccole ammaccature e altri dettagli: una volta memorizzatili,  i militari si sono recati in entrambi i porti  trovando così la barca, riconoscibile per quegli elementi sopracitati.

Da lì, trovare comandante e pescatori, che sono naturalmente registrati negli archivi della Guardia Costiera, è stato un gioco da ragazzi per i Carabinieri di Budoni.

 

Le persone denunciate risultano essere due pescatori di Siniscola, come già detto più volte dalle varie testate giornalistiche, sia su internet che sulla carta stampata, ma la notizia in “esclusiva” che Lu Bandidori vi da in anteprima è quella che nel peschereccio era presente una terza persona e che a tutt’ora non è stata ancora identificata.

 

Questa persona, come tra l’altro anche i suoi complici, rischia una pena che va da quattro mesi a due anni di reclusione o una multa da 5.000 a 30.000 euro, come previsto dall’articolo 544 bis del codice penale.

 

Secondo le mie fonti anche il terzo uomo oramai sta per cadere nella “rete” lanciata dai nostri Carabinieri di Budoni, alla quale mi sento in obbligo di fare i miei personali  complimenti per aver risolto con professionalità la vicenda e per la riservatezza con la quale hanno operato, senza cercare onori e meriti, cosa che invece il paese di Budoni tramite il sottoscritto vuole dare con orgoglio.

Grazie ragazzi.