Budoni: Il Gay Pride è più vicino.
Già nel 2018 diversi assessori appoggiarono la possibilità di far sfilare il corteo del Gay Pride, ma la maggioranza di allora non approvò la mozione, oggi con la nuova giunta giovane e, forse, più aperta mentalmente, si riprospetta questa possibilità.
Infatti, è notizia di oggi che gli organizzatori per il Gay Pride Italia abbiano intenzione di candidare, fra le altre mete sarde (unica tappa confermata, per ora, Cagliari), anche Budoni come possibile meta per l’Onda Pride 2019 in Sardegna, vista la sua supremazia come capitale del divertimento della costa nord orientale. 100.000 presenze estive fanno “gola” a chiunque, anche al gay pride! Nulla è ancora definito, ma insistenti voci di corridoio parlano di una fazione politica interna favorevole all’evento, in particolare modo per via del ritorno turistico ed economico che potrebbe portare.
Non mancheranno di certo le polemiche su tale argomento ma è giusto
ricordare che la giornata dell’orgoglio gay, lesbico, bisessuale e
transessuale ha attraversato, negli ultimi 50 anni il mondo occidentale,
mettendo in evidenza i problemi che le coppie gay devono affrontare
quotidianamente.
La giornata del Gay Pride è anche una richiesta ben precisa: quella di eguali diritti per tutte le coppie, omosessuali ed eterosessuali. Soprattutto il diritto a non essere discriminati per l’orientamento sessuale. Il Gay Pride, è quindi una manifestazione politica, di rivendicazione e di libertà. L'onda Pride ha sempre portato nelle piazze Italiane tantissima gente.
A proposito della gente. negli ultimi anni le diverse città sarde che hanno aderito all'evento, Alghero e Cagliari in primis, hanno registrato un flusso turistico importante e i tanti turisti presenti in città risposero magnificamente, sia in termini economici che attrattivi. E forse la chiave di lettura della scelta politica potrebbe essere proprio ancorata al fattore turistico economico.
Il Pride è sempre uno spettacolo nello spettacolo, con la partecipazione di migliaia di figuranti.
«Una carnevalata? E che c’è di male – è il commento di Barbara Tetti, responsabile del Mos, il Movimento omosessuale della Sardegna – Il Carnevale è una festa importante in Sardegna, la gente spende migliaia di euro per assistere al Carnevale di Rio o a quello di Venezia. No, non ci offendiamo quando ci dicono che questa è una carnevalata. Qui ci sono migliaia di persone, omo ed etero, e la cosa non ci sorprende. I diritti sono diritti di tutti, non solo di una parte dei cittadini».
Ma poi Barbara Tetti va oltre l’orgogliosa rivendicazione.
«Ci sono altre maschere, che non partecipano ai Gay Pride, che sono ben peggiori di quelle che vediamo qui, maschere che magari sfruttano a fini politici le rivendicazioni del movimento, ma che poi fanno di tutto per impedire che lo stato riconosca quei diritti che chiediamo ci vengano riconosciuti da sempre. Non siamo malati, non siamo contagiosi come ritengono alcuni personaggi politici. Nella mia famiglia siamo undici figli e negli ultimi quarant’anni non ho contagiato nessuno dei miei fratelli".
Budoninews.it ha provato a contattare i vari consiglieri e assessori Budonesi per saperne di più ed avere conferme ma la risposta ufficiale è stata semplicemente: no comment;
Eppure fonti accreditate sul web lasciano trapelare qualcosa di più.
A videcci sani.