IL JUDO come scuola di vita…

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Motti latini come "mens sana in corpore sano" racchiudono una verità che ben si applica anche all’infanzia e alla pubertà:


I bambini che svolgono una regolare attività fisica, infatti, dimostrano una maggior fiducia nelle proprie possibilità, sono portati a una maggior autostima, alla facilità nei rapporti sociali, a una maggior sopportazione dello stress, e sono in un certo senso più "al riparo" dall’eventuale propensione a disturbi come ansia e depressione.

 

Inoltre, l’esercizio fisico comporta migliore mobilità articolare, tonicità muscolare e corretta postura. 

 

Come ho fatto in passato per altre iniziative, riguardanti i bambini (e non solo) ho il piacere oggi di promuovere un'altra disciplina che a Budoni è da tempo radicata  ma che rischiavamo di perdere, grazie però  ad un gruppo di giovani costituitisi in un associazione NO PROFIT, verrà portata avanti.

Anch’io in passato ho praticato questa nobile arte ma oggi mi ritrovo a studiarla con più interesse per il semplice motivo che il mio piccolo contributo di promozione e sostegno ad essa è rivolto ai bambini di Budoni (e non solo).

Il Judo è uno sport adatto sicuramente a tutti i bambini, ma oltre ciò è una filosofia per insegnare a vivere e scoprire o riscoprire se stessi.

 

Il Maestro federale Raffaele Cocco cintura nera di judo 4° Dan e attuale maestro dello Judo Club Budoni afferma che “il judo è uno strumento per cambiare il mondo” ed io sostengo e appoggio questa sua tesi, perché il mondo può e deve essere cambiato.

 

Ho incontrato anche il Presidente e coordinatore dello Judo Club Budoni, Francesco Piredda e parlando con lui oltre aver notato la passione che traspare dalle sue parole, ho meglio compreso lo spirito sociale che ha questo Club, infatti, quest’ultimo è un’associazione senza scopo di lucro,come già detto, dove ogni singolo euro verrà utilizzato per l’acquisto di attrezzature e le varie spese ad essa correlata.

 

Oltre questo fatto del no-profit che non va sottovalutato in questi tempi dove nulla si muove senza che ci sia un tornaconto, quello che più mi ha coinvolto è stata la filosofia dell’iniziativa.

 

Infatti, molte persone sono convinte che il Judo sia uno sport.

 

E' vero: lo è: ci sono le gare, i campionati a tutti i livelli, dalle gare locali alle olimpiadi, ma il Judo non è solo questo.

 

Alcuni credono che sia essenzialmente una tecnica di difesa, uno strumento di autocontrollo fisico e psicologico, insomma un'arma.

 

Il Judo è anche un'arma, ma il suo spirito và ben oltre questo aspetto superficiale.

Infatti, chi possiede quest'arma tanto meglio la conosce tanto più è portato a non usarla.

 

Altri credono che il Judo sia un'arte.

 

Certamente a determinati livelli si può creare col proprio corpo qualcosa di piacevole, paragonabile al linguaggio della danza o a quello figurativo esprimendo così fantasia, creatività, sensibilità, personalità.

Certamente il Judo è anche arte, ma non solo.

 

Il Judo è molto di più di tutto questo.

 

Il Judo è la via per ricondurre l'uomo a se stesso ossia recuperare quelle qualità umane che si sono perdute in questa società, spesso priva di ideali spirituali.

 

Un esempio è l'Umiltà.

Occorre accostarsi allo Judo senza presunzione, disposti ad essere quello che si è senza arroccarsi dietro maschere di posizioni sociali.

 

Il professore, il dottore, l'operaio, lo studente sono tutti sullo stesso piano, tutti uomini e donne uniti nello sforzo di migliorare se stessi e gli altri.

 

 

E poi c'è la Sincerità.

Sul Tatami non serve fingere, non serve voler sembrare più bravi di un altro, bisogna fare e basta. Fare quello che si può col massimo impegno. Insomma, bisogna essere sinceri con se stessi e saper guardare dentro di sé.

 

Non è certamente facile per un adulto, ma per un bambino sì.

Basterà indicargli LA VIA.

 

Si può riuscire anche con gli adulti, se si rendono disponibili a rifiutare qualsiasi rivalità e rancore. Se si aprono ad  amare l'altro, il diverso e a non vederlo come un avversario ma un compagno di viaggio.

 

Il Dojo (luogo di allenamento) è il luogo della serenità, dell'amicizia della mutua prosperità, dove tutto questo può realizzarsi.

 

Inoltre, occorre amore per il Judo.

Non si fa Judo per essere più forti, per denaro, per imparare a difendersi o per ambizione sociale.

 

Il judo si pratica perché lo si ama. In caso contrario faremo della buona ginnastica, mai del buon Judo.

 

Veniamo ora al judo per i bambini.

 

Il Judo, fisicamente basato sulla completa efficienza di tutti i gruppi muscolari.

 

Ai bambini bisognerà presentare il Judo come un gioco, un passatempo, che li tenga occupati e li interessi il più possibile, facendo pensare loro che per alcune azioni possano fare più di quanto in realtà sia vero.

 

Non deve prevalere il principio della superiorità degli uni sugli altri, ma uno spirito emulativo di abilità che porti tutti allo stesso livello di bravura dimostrativa, prima di cominciare, con i più grandicelli, con la bravura competitiva.

 

I genitori dovranno collaborare perché il frequentare e praticare il Judo sia considerato dal bambino un premio per la sua attività scolastica e domestica.

 

Il beneficio sarà allora duplice: si avranno migliori risultati nello studio, più mansuetudine nella vita casalinga, maggiore attaccamento allo sport-Judo così che nel tempo si potranno raccogliere benefici educativi e sportivi, formando ottimi cittadini e persone buone.

 

Questo, in definitiva, è il fine del significato dell'ideogramma JU-DO, così come l’ha insegnato il suo fondatore, il Professor Jigoro Kano.

 

JU-DO significa "Via della cedevolezza", dove JU sta a indicare la facoltà di adattamento.

 

Se ti spingono, facilita l'azione tirando, se ti tirano spingi. Questa è la massima che riassume il JUDO.

 

Incanalare le forze ostili nella direzione a cui tendono, seguirle un po', quindi lasciarle procedere da sole. Questo è il vero JUDO.

 

 

I bambini sono leali, sinceri, generosi, non hanno paura, non conoscono la viltà; siamo noi che con la pretesa di "educarli", insegniamo loro ad aver paura, ad essere vili, a diventare furbi.

 

 

E' bello pensare che il Maestro sul Dojo insegna a tutti la stessa cosa, ma in ognuno cerca la cosa che sa fare meglio.

 

E' la vera arte dell'educazione che solo un vero Maestro sa compiere: tirare dall'allievo il meglio che c'è dentro di sé.