INCHIESTA MAESTRE: Lettera aperta di un genitore.

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(Questa lettera è stata inviata da un genitore di un alunno della scuola materna di Budoni, sez. C, che come noto è al centro delle vicende giudiziarie che continuano a far discutere l'intera popolazione Budonese, tale lettera è stata indirizzata all'Assessore Regionale Sig. Andrea Biancareddu, al Dirigente scolastico regionale dott . Feliziani Francesco, al sindaco di Budoni geom. Giuseppe Porcheddu, al dirigente scolastico prof. Ignazio Podda e infine al Presidente del consiglio di Istituto dott. Francesco Piredda e verrà pubblicata da questo giornale "integralmente").

"Dalla fine dello scorso anno scolastico essere genitori a Budoni è diventato difficile… come se già non lo fosse il compito che ci siamo scelti mettendo al mondo i nostri figli. Ciò che è accaduto a Budoni non è niente di nuovo purtroppo! Ancora una volta si è dimostrato che non siamo pronti a gestire i danni che l’utilizzo dei “social” possono provocare. La velocità e la violenza che si è sprigionata attraverso l’utilizzo di questi strumenti è stata tale da far dimenticare a TUTTI l’argomento di cui si stava parlando… o meglio “chattando”!! I BAMBINI.  

E’ bastato chattare di immagini di maltrattamenti, torture e razzismo perché tanti ed a vario titolo si accodassero e “vedessero” le stesse cose!!! Si è scatenato un fiume di accuse ed ingiurie nei confronti di coloro che sino al giorno prima erano le persone alle quali affidavamo i nostri bambini; e successivamente all’intera istituzione scolastica con tutti i suoi operatori.

Nessun appello, nessuna giustificazione, nessun confronto con le persone accusate! Condanna di colpevolezza emessa sui “social” e raccolta da stampa e politica.  

Dove sono le istituzioni? Dove sono le garanzie per gli accusati, le garanzie per i genitori e le garanzie per gli altri insegnanti? Dove è la tutela dei bambini? E’ bastato un susseguirsi di messaggi per mandare in fumo due anni di percorso didattico dei nostri figli. Le soluzioni proposte non hanno preso in considerazione le necessità dei bambini ma solo le paure (… legittime, ma probabilmente infondate!) dei genitori.

Nel dubbio si è pensato a come far tacere il clangore mediatico e non al bene dei bambini. Oggi grandi strateghi ipotizzano di creare classi sovra-affollate per risolvere il problema. Che la nostra classe dirigente fosse miope è risaputo, burocraticamente ingessata ed incapace di adattarsi alla realtà che deve gestire!

I risultati li vediamo nei bambini più grandi... bullismo, dispersione scolastica, crisi di valori, mancanza di responsabilità, sprezzo delle istituzioni, ecc.  

Le istituzioni assenti, hanno minato l’autorità della scuola nella gestione delle classi e dei metodi di insegnamento.

Vorrei ricordare a tutti che non esiste un manuale per educare i figli tanto meno esistono manuali univocamente riconosciuti per gestire classi di 20 /25 bambini con differenti personalità, capacità cognitive, di apprendimento, di lingua e cultura.

Noi genitori affrontiamo l’educazione dei nostri figli con amore cieco e con le nostre esperienze e convinzioni.

Il nostro sistema affronta il proprio compito con insegnanti formati per gestire nel modo migliore possibile,

in relazione ai contesti nei quali operano, le classi di bambini che gli vengono affidate.

La scuola come istituzione dovrebbe riappropriarsi del ruolo educativo e tutelare i bambini da ogni maltrattamento o  

violenza qualora accertate; svolgendo il proprio compito con professionalità ed attenzione, dovrebbe pretendere il rispetto del proprio operato. Non dovrebbe essere consentito a chi alza la voce o persegue fini che non riguardano l’educazione dei bambini, ma la ricerca del consenso mediatico, di intervenire nelle proprie scelte, queste ultime dovrebbero essere univocamente finalizzate alla crescita culturale e didattica dei bambini e ragazzi che a vario titolo frequentano la scuola.

Quando gli organi della scuola stabiliscono metodologie didattiche, creano classi e progetti, organizzano eventi, lo dovrebbero fare nel solo interesse dei bambini; il tutto al riparo da ingerenze esterne. Le istituzioni che ruotano attorno alla scuola dovrebbero preoccuparsi di dotare gli Istituti di tutti gli strumenti materiali necessari per il raggiungimento dei fini educativi: palestre, mense, aule, spazi di svago e creatività, attrezzature, ecc. E, nel caso specifico, magari anche di percorsi pedonali di accesso agli edifici!!!  

I luoghi di confronto con i genitori ci sono: consiglio di classe, consiglio di istituto, riunioni straordinarie con i genitori. E’ su questi che si dovrebbe battere.

Il sistema ha fallito!! A ciò che è nato con un pettegolezzo sui social, ha fatto seguito il silenzio delle istituzioni prima, ed il loro battibeccare poi! Abbiamo assistito alla presa di posizione da parte del Comune, del Dirigente Scolastico, dell’Assessore Regionale che si esprime senza conoscere i fatti ma sulla base delle “notizie apparse sulla stampa”!! Il tutto in barba all’unico soggetto autorevolmente investito della vicenda ed alle sue conclusioni: Il Sistema di giustizia del nostro paese!  

Quest’ultimo, con le sue diverse articolazioni, ha:

 1) avviato delle indagini;

2) trasmesso i fatti ad un procuratore;

3) sentito le parti coinvolte;

4) valutato gli atti;

5) lasciato le insegnanti al loro posto.  

Mantenere la lucidità mentre ti appresti a vedere un video in cui tuo figlio potrebbe subire torture o sevizie non è facile. In una situazione così delicata, che tocca i sentimenti e la sensibilità di ciascuno di noi, si deve avere rispetto per ogni reazione. Alla luce di quanto sopra, mantenendo un atteggiamento di lucidità e nell’ottica di tutelare il percorso formativo di nostro figlio ed il suo benessere psico fisico, io e mia moglie, abbiamo deciso di mandarlo a scuola con le SUE Maestre.

Non per eccesso di buonismo o garantismo, o “mancanza di palle”( come lasciato intendere sui social), ma nella convinzione che la scuola sia un posto sicuro per il nostro bambino e che in quel luogo il potere dovere di gestire il percorso formativo dei bambini spetti esclusivamente agli insegnanti, nel quadro di metodi, regole e sistemi di controllo in grado di garantire ad ogni bambino l’incolumità e la propria crescita all’interno della comunità.

Un luogo nel quale si insegna ai bambini l’esistenza di regole e di comportamenti “civili”; un luogo in cui non può regnare l’anarchia che, opportunamente gestita, è propria di altri luoghi di incontro e gioco dedicati ai bambini.

Gli sforzi educativi che noi genitori facciamo ogni giorno, non devono essere vanificati da un atteggiamento remissivo degli

insegnanti, ormai messi alla pubblica gogna e privati della loro autorità nella gestione delle proprie classi.

Le istituzioni devono garantire che nessun bambino subisca maltrattamenti ma allo stesso tempo non possono sottostare all’imposizione di tanti metodi educativi quanti siamo noi genitori che accompagniamo i bambini a scuola.

Il rispetto delle regole è fondamentale ed è ciò che purtroppo è venuto meno in questa vicenda. Si è messo in discussione ciò che quattro giudici hanno deciso e, a mio avviso, non si è tenuto conto dei danni che così facendo si potrebbero generare sul percorso formativo dei nostri figli.

La diffidenza e la paura in questa fase sono legittime e comprensibili per chi ha visto sul proprio figlio atti che ha giudicato maltrattamenti, gli altri dovremmo cercare un confronto sereno per garantire ai nostri figli il minor danno possibile… visto che ormai il danno è fatto.

In questa vicenda a pagare saranno i bambini. A loro spetterà il compito di recuperare eventuali lacune didattiche, superare l’eventuale assenza dei propri compagni e delle proprie maestre alle quali, ci piaccia o meno, i nostri bambini, o quantomeno il mio, vogliono bene.

A mio parere le nostre scelte dovrebbero tenere conto anche di questo. Non biasimo e non giudico chi ha posizioni diverse dalla mia, vorrei solo che questa vicenda fosse gestita con serenità, senza secondi fini e con la dovuta oculatezza a tutti i livelli ed in tutte le sedi interessate.

I bambini non sono numeri e non possono essere assimilati ad oggetti inanimati che “stanno” dove decideremo/decideranno di metterli.

Noi adulti li affiancheremo pensando di compiere in maniera corretta il nostro dovere di genitori e di educatori ma nessuno può essere certo o consapevole dei risultati e delle conseguenze che il nostro “aiuto” potrà avere su di loro.

Intendiamo esprimere il nostro pensiero nella speranza che le vostre decisioni tengano conto del benessere dei nostri bambini e delle esigenze di  chi, pur rappresentando una posizione minoritaria, la ritiene non per questo meno meritevole di tutela".  

Un genitore.  

(P.s. come per i precedenti documenti, budoninews ha scelto di non pubblicare alcun nome per tutelare i minori).