Lettera aperta del Consiglio d’Istituto di Budoni.

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Lettera aperta del Consiglio d’Istituto di Budoni.

La Scuola di Budoni, con tutte le sue componenti, ha sempre avuto come primo obiettivo lo sviluppo personale e la crescita serena dei suoi alunni nel rispetto dei valori delle loro famiglie. Questo aspetto non è mai venuto meno, neanche quando l’Istituto è stato attaccato da più parti, la nostra professionalità e serietà non hanno mai vacillato.

A partire dal mese di luglio, abbiamo avuto notizia delle indagini in corso a carico di due insegnanti della Scuola, abbiamo atteso che gli inquirenti svolgessero il loro lavoro rispettando un doveroso silenzio, perché qualsiasi intervento avrebbe rappresentato un’interferenza inopportuna, fuori luogo, dannosa per le indagini.

In tutto questo tempo, noi e le nostre famiglie abbiamo atteso, ascoltato, letto, sopportato l’odio e le ingiurie che ogni giorno comparivano sui social e si rincorrevano nel paese.

A luglio, le insegnanti indagate sono state reintegrate in servizio dal Gip di Nuoro, reintegro confermato a settembre dal Tribunale del Riesame di Sassari.

Il 10 settembre, per garantire ai 470 alunni un avvio d’anno sereno e regolare, il Consiglio d’Istituto ha aperto il proprio organo collegiale alle famiglie della sezione interessata in un’assemblea, per confrontarsi e condividere le proposte che potessero, nei limiti imposti dalla legge, rispondere alle richieste dei genitori. Il Consiglio ha presentato diverse proposte, ma sono state tutte rifiutate dalla maggioranza delle famiglie, che chiedevano a priori l’allontanamento delle insegnanti indagate. Richiesta non ricevibile, perché al di fuori delle competenze del Consiglio e perché in due giudizi distinti, con 4 giudici differenti, la magistratura ha disposto il reintegro delle due insegnanti. Non è bastato affermare che, per incompatibilità oggettiva dovuta alle querele, le insegnanti indagate non avrebbero operato con i loro bambini e che le sezioni avrebbero lavorato in parallelo per trovare le soluzioni più idonee per gli alunni. Abbiamo trovato un muro insormontabile, senza controproposte che la Scuola potesse accogliere perché illegittime.

Il 16 settembre le lezioni hanno avuto inizio come ogni anno, ma senza 16 alunni che ufficialmente risultavano assenti. Lo stesso giorno il legale delle famiglie, ha presentato una richiesta di allontanamento delle insegnanti indagate, appellandosi ad una norma sull’incompatibilità ambientale. Richiesta a cui gli organi competenti non hanno dato seguito.

Nel frattempo il clima continua a non essere sereno. Anche alla Scuola Primaria alcuni genitori si mostrano sospettosi e alle maestre capita di sentirsi chiedere: “Oggi il bambino non voleva andare a scuola, ma non è che lo state maltrattando?”. Sui social, seppur in maniera più ovattata per la consapevolezza che si potrebbe incorrere in un reato, continuano le accuse e le ingiurie.

Il 26 settembre, il Dirigente scolastico di Budoni riceve una lettera dell’assessore regionale alla pubblica istruzione Andrea Biancareddu, pubblicata il giorno seguente sulla Nuova Sardegna.

L’assessore Biancareddu espone la necessità di provvedimenti di urgenza per “la tutela, almeno in via provvisoria, della serenità dei bambini e delle loro famiglie”. L’assessore non è a conoscenza del fatto che, durante l’assemblea del 10/09/19, tutte le proposte del Consiglio di Istituto, elaborate proprio a tutela della serenità dello svolgimento della vita scolastica, entro i limiti delle proprie competenze e della legalità, sono state rifiutate da gran parte dei genitori. Se avesse contattato la Scuola, avrebbe saputo dei nostri tentativi di conciliazione e avrebbe potuto fornirci il suo prezioso contributo e il giusto sostegno per far fronte alla situazione.

L’assessore esprime poi la sua vicinanza alle 16 famiglie ed evidenzia il bisogno di serenità dei bambini e dei lori genitori. Condividiamo pienamente, ma ci duole prendere atto che altrettanta attenzione e vicinanza non è stata data a tutte le componenti della Scuola. Ad esempio, agli insegnanti e alle loro famiglie, a tutti gli alunni e alle loro famiglie, ai collaboratori ecc.

Riteniamo che bene avrebbe fatto l’assessore ad intervenire per sensibilizzare e invitare tutti i singoli componenti della scuola (compresi quei genitori un po' “sopra le righe” che in questi mesi hanno detto di tutto e di più sui social) al dialogo, alla condivisione, alla collaborazione.

Comprendiamo la posizione dei genitori che hanno attivato per sé e per i bambini una tutela legale attraverso la nomina di un avvocato.

Per questo motivo anche il nostro Istituto chiede tutte le tutele e difese legali volte a salvaguardare la Scuola, il suo buon nome, il prestigio, l’azione educativa e la dignità degli insegnanti e di tutte le componenti che vi appartengono a vario titolo.

In parte dell’opinione pubblica si è avuta la presunzione di basare i propri giudizi sul riportato o sentito dire, scambiando il doveroso silenzio di tutta la Scuola per un’ammissione di colpa, negligenza o incapacità difensiva.

Orbene, la Scuola, che finora ha osservato un rispettoso silenzio, sente ora il dovere di

rispondere, per difendere la dignità e la buona condotta che ha sempre caratterizzato la sua attività.

Il Consiglio d’Istituto di Budoni.