Lu Carrasciali Budunesu.

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Correva l’anno 1986 quando l’allora direttivo della proloco, appena costituita e presieduta da Luciano Pittorra, decise di dar vita al “Coriandolo d’oro”;
la prima edizione fu quella del 1987,  appuntamento carnevalesco che ha fatto storia, tant’è che da subito ebbe una certa valenza anche a carattere Regionale, arrivando ad avere nel 1988 circa 17 carri partecipanti, persino l’emittente televisiva Videolina s’interessò ad esso fin dalla seconda edizione, facendo un servizio esclusivo su Budoni e sul suo bellissimo Carnevale;

quest’anno il “Coriandolo d’oro” è arrivato alla 29° edizione. (1987 – 2016).

 

Come di consueto “lu Bandidori” ha l’intento di tornare alle origini della manifestazione e vedere come tale evento si sia evoluto (e, come vedremo, non sempre in maniera così tranquilla).

 

Ho iniziato di conseguenza ad intervistare alcuni protagonisti dell’epoca, in particolare coloro che hanno dato vita alla manifestazione e chi poi a proseguito a consolidare tale manifestazione. Mi sono imbattuto, così facendo, in una fase piuttosto “turbolenta” della manifestazione, in quanto ad un certo punto della stessa ci fu una rottura tra l’ente organizzativo e vari partecipanti che aspiravano a vincere la competizione per il carro più bello.

 

All’inizio della manifestazione, difatti, si premiavano i carri migliori (primo, secondo e terzo classificato) oltre che con una coppa dedicata, con un contributo economico anche abbastanza importante, e si sa che quando in gioco ci sono danari contanti, la competizione, già di per se calda in quanto tale, può diventare talvolta rovente, e così accadde!

 

Infatti, negli anni ’88, ’89 e ’90 alcuni partecipanti si lamentarono sul modus operandi dell’ente proloco per l’iter di formazione della giuria, accusando la giuria dell’epoca di mancare d’imparzialità, in particolare una “borgata”(?), nota per la bellezza dei suoi carri (ieri come oggi), un anno s’indignò per non aver vinto, seppur - a loro dire - il carro allegorico in questione era palesemente superiore, per tecnica, estetica e innovazione, a quello che poi vinse;

tant'è che una sera, nell’allora Discoteca “Divina” adibita ad accogliere il post-sfilata, si sfiorò una rissa vera e propria, poiché, seppur la votazione fosse già avvenuta, si decise di rivotare, ribaltando così l’esito precedente.

 

Sempre in quel triennio le discussioni fra i vari concorrenti s’inasprirono, in considerazione del fatto che alcuni carri premiati, non furono edificati in loco, ma presi in prestito da fuori paese, in particolare provenienti da Tempio (nota tutt’oggi per la loro vocazione carnevalesca).

 

Anche l’anno successivo il carro allegorico ispirato al mitico programma tv “Indietro tutta”, da molti ricordato per lo sponsor immaginario “Cacao Meravigliao”, fu oggetto di critiche.

 

Alcuni membri del direttivo proposero allora, di comporre una giuria di soli bambini, affidandosi così alla parte più innocente della comunità, pensando in tale maniera di eliminare ogni tipo di dubbio sulla buona fede della giuria stessa;

ma anche questa soluzione andò a sfumare, in quanto si vollero evitare ulteriori polemiche sull’autonomia di scelta dei bambini, che potevano essere condizionati dai parenti e, onde evitare di coinvolgere i bambini stessi in queste beghe tra f(r)azioni, non se ne fece nulla.

 

Negli anni la manifestazione proseguì il suo cammino tra alti e bassi, e per svariati anni l’evento subì una perdita di partecipazione e d’interesse da parte dei creatori di carri, dovuta a strascichi di vecchie polemiche, e di riflesso anche la comunità Budonese si stava appassionando sempre meno ad essa, vista la mancanza all’evento di alcune borgate assai importanti per la buona riuscita della manifestazione sia per numero che per qualità, una su tutte quella di San Lorenzo.

 

Nonostante gli sforzi dell’ente Proloco per risollevare l’interesse per la manifestazione e placare allo stesso tempo le polemiche e i malumori, la premiazione in denaro restava sempre una bomba ad orologeria, come la brace sotto la cenere;

in qualsiasi momento, difatti, poteva accendersi nuovamente, andando a riaprire vecchi rancori.

 

Ecco allora che a metà degli anni ’90 si decise di sospendere la premiazione del carri migliori, sia simbolica che economica.

 

Solo nel 2007 con il direttivo della proloco, capitanato da Fabio Satta e coadiuvato dall’allora assessore allo spettacolo Luciano Tuvoni, si decise di dare una svolta, ricucendo i rapporti con i gruppi carnevaleschi “storici”, e reinserendo ciò che era la premiazione del carro migliore, più un contributo in denaro ai primi tre carri, dando così nuova linfa vitale al “Coriandolo d’oro”, fu proprio in quegli anni che iniziò una nuova stagione positiva per la manifestazione, grazie al rientro dei vecchi gruppi storici e la formazione di quelli di nuova generazione, dove oltre ad aumentare il numero dei carri, aumentò anche la qualità degli stessi, ma per evitare polemiche si pensò a una giuria “esterna” composta anche da noti giornalisti e  alcuni avvocati provenienti da fuori città, al fine di rendere più imparziale possibile il giudizio finale. Sembrava fatta!

 

Tale linea politica vincente, fu portata avanti anche dal presidente Pier Mario Bacciu fino all’anno 2011 circa, poi quando la ragione e la non ragione, tra “carristi e “giurati”, s’incontrarono di nuovo, a distanza di anni, si ebbe un’altra scarica elettrica che prendeva il nome di “polemica”.

Da tale data, la premiazione fu abolita, seppur con rammarico, proprio per sradicare definitivamente quella pianta denominata “polemica”, che spesso e volentieri era nutrita dalla liquidità del “vil denaro”.

 

L’anno dopo, si optò per la consegna di una “medaglietta” simbolica per tutti i partecipanti, dove tutti vincevano e nessuno perdeva; ma la cosa non durò molto.
Infatti, si decise in definitiva di utilizzare i fondi stanziati per tale evento, con l’acquisto di materiale di consumo, quali coriandoli e stelle filanti, date in forma gratuita a tutti i carri allegorici e ai gruppi mascherati, pratica tutt’ora vigente.

 

Ma prima di vedere il programma di quest’anno, vorrei esprimere una mia personale, considerazione riguardo l’eliminazione del podio e della competizione in quanto tale;

 

capisco bene la difficoltà degli organizzatori di tale evento nel gestire le polemiche, che non sono mai piacevoli, ma sfido qualunque competizione a non averne; pensiamo allo sport: chi di noi non si è mai lamentato per un rigore non dato al 90° minuto, o per un fallo sotto canestro della squadra del cuore, o per un ginocchio di troppo nella moto GP con Valentino Rossi squalificato? Allora dovremmo eliminare la competizione anche nello sport?

 

Si fa polemica anche a calcio balilla, e alla play station in salotto, figuriamoci se non debba accadere in una manifestazione pubblica come quella in questione, e allora siamo proprio sicuri che sia un buon insegnamento per i nostri ragazzi abolire la competizione?

 

La competizione, quella “buona”, a mio avviso andrebbe insegnata, come valore, ai nostri giovani (e anche a qualche adulto).

Perchè essere competitivi, significa anche valorizzare i propri talenti e le proprie peculiarità e volerle far emergere. Per questo è bene che i ragazzi e i bambini imparino a competere in modo sano e onesto, sapendo che ci sono delle regole e che il rispetto dell’altro è la prima di queste regole, in ogni campo, e chi deve insegnare queste cose se non le istituzioni, se non i genitori? Ma con l’esempio sul campo, non sui libri studiati a memoria.

 

La competizione è il motore dell’esplorazione di sé e la culla dell’amor proprio. Quella che fornisce gli strumenti per vincere e perdere.
Perchè bisogna imparare da piccoli a perdere e vincere “bene”: in entrambi i casi, ci vuole competenza, per capire che si tratta di due eventi normali, che facilmente si alternano e non devono mai diventare né esaltazione, né tragedia.

 

Il Carnevale dovrebbe essere un momento di svago e di divertimento, divertiamoci allora;

e con l’augurio che il nuovo presidente della proloco Fabiano Ventroni possa il prossimo anno ridare un po’ di “Brio” alla manifestazione reintroducendo la competizione vi saluto e vi invito a partecipare numerosi a questa 29° edizione del “Coriandolo d’oro”, dove al termine della sfilata per la via Nazionale ci sarà un rinfresco con le classiche frisjoli accompagnate da bibite fresche, a seguire ci sarà un bel piatto di spezzatino caldo per recuperare le forze spese nella sfilata accompagnato da un buon bicchiere di vino rosso che fa buon sangue, sul tardi i partecipanti verranno allietati dalla musica di tre grandi artisti, il mitico gruppo musicale dance, i DATURA a seguire i due famosi dj. Trasko e dj. Giorgio Tala, che  vi accompagneranno verso una lunga notte di divertimento e spensieratezza.

 

A videcci sani!