Vorrei ritornare su un argomento già trattato in passato a me caro, ma che riguarda tutta la comunità:
L’esigenza di avere maggiori servizi all’interno dei Cimiteri Budonesi, il più importante è la creazione di un servizio igenico che a oggi è completamente inesistente, utile a tutti, ma in particolare ad anziani e disabili che talvolta sono impossibilitati a muoversi autonomamente o con mezzi propri e costretti a cercare il primo bar vicino o alla peggio farsela addosso.
L’attuale Amministrazione nei primi mesi di governo si prodigò allora alla stesura di un Regolamento specifico, per la gestione dei cimiteri ricadenti nel territorio Budonese e in seguito alla sua approvazione in consiglio comunale con delibera votata all’unanimità tra maggioranza e opposizione.
In questo regolamento si vanno a trattare tutto una serie di norme e provvedimenti i quali andrebbero a soddisfare le esigenze di chi frequenta il Campo Santo, cosa che inevitabilmente tutti noi abbiamo fatto con i nostri cari
Quest’azione politica è una cosa lodevole nonché doverosa ma… sono passati mesi da tale approvazione e ancora non si è concretato nulla di tutto ciò.
Come ben sapete In questa modesta pagina mi trovo a trattare svariati argomenti e quando ci sono accadimenti o interventi positivi a vantaggio della nostra comunità sono il primo a lodare l’operato delle istituzioni o delle persone coinvolte quali esse siano;
Però è anche vero che uno dei fini da me seguiti fin dall’inizio era ed è quello di portare all’attenzione di tutti le problematiche del paese, talvolta sotto suggerimento di chi le vive personalmente e non ha la voce o il mezzo per poterlo fare;
Talvolta come oggi vivendo in prima persona il disagio provato da un’anziana signora all’uscita del cimitero di Budon
Ecco i fatti: passando davanti al Cimitero per caso ho notato una signora che guardava da una parte all’altra della strada come se aspettasse qualcuno, con movimenti frenetici e impazienti alchè mi fermai per sapere se avesse bisogno di qualcosa ed effettivamente un “BISOGNO” lo aveva sul serio, si stava letteralmente pisciando sotto.
Mentre l’accompagnavo a casa parlammo della esigenza di un bagno all’interno del cimitero e di altri servizi.
Queste le sue parole:
“Fizu meu,
Jeo de pulitica ndi cumprendo pagu, ma appo idu chi in custos ultimos mese, medas cosas sono cambiadas;
No s’ana sistemadu s’istrada chi attidi a domo, chi prima chin s’asabbas piovana fidi unu disastru;
Appo idu su centru de sa idda chin sos marciapiedes nosos e bene pulidos;
Appo ischidu chi sos assessores si faghene idere in ziru e finza in sos zilleris pro ascultare sos promblemas de sa zente;
M’hana nadu chi han sistemadu sas iscolas e battidu sos pizzinnos a Budune;
Poi in sal dies chi es mancada s’abba pro meda tempus, unu zovanu de razza gavoesa chi si narada Iva o Ivan mi parede, chi este assessore, hada provvedidu a distribuire s’abba in sas domos chin d’una cisterna.
Comunque, fizu meu caru, qusta amministrazione ja este brava zente e ana medas cosas de sistemare e faghere pro sos pizzinnos e sos zovanos chi hana bisonzu de trabagliu e attaru ancora, però pro nois bezzos e malandados de salude dimandammus unu pagu e attenzione.
Celtos problemas chi pro bois zovanos parene minores, pro nois sono mannos, difatti, pu’l de una olta mi l’happo fatta a dossu in campusantu.
Itte cheres nipode meos mi lassana in oghe e andana a faghere bisonzos issoro e jeo comente fago ad andare in bagnu?
Jeo, minde ilgonzo a ndi faeddare in famiglia, e a boltas ndi leamus cumedias tra nois comares.
Ma ite pudimus faghere si nessunu nos’ascultada;
A una celta edade conta pagu cussu chi amus de narrere;
Tottu sono in presse da una palte a s’attera e non si filmana a faeddare.
Caru Michele m’asa a iscusare si ti so faeddende de custas cosas, folzisi tue asa tender del faghere e ti so distrulbende.”
Alchè imbarazzato gli dissi che ero IO che mi dovevo scusare con lei e con tutti gli anziani del paese, per la mancanza talvolta di attenzione rivoltagli da noi giovani, in quanto seppur avendo la possibilità di parlare e di fare qualcosa per loro, che per tutta la vita si sono donati a noi, non riusciamo a trovare un minuto per chiedere di cosa hanno bisogno.
Io mi vergogno…
Ecco perché a cuore aperto mi rivolgo al Sindaco, affinchè questo benedetto regolamento venga quanto prima messo in pratica senza se e senza ma.
Non essere più ascoltati: questa è la cosa terribile quando si diventa vecchi.